Orientamento scolastico: Ascoltare, Capire, Scegliere

[Trascrizione Diretta Incontro con l’esperto di Mercoledì 13 Novembre]
Orientamento scolastico: Ascoltare, Capire, Scegliere
Il ruolo chiave dei genitori nelle scelte di Tatiana Ruaro

[00:04:13.890] – Dott. Carlo Matteo Callegaro

Inauguriamo questo nuovo ciclo, c’è una modalità che speriamo sia più diretta per incontrare tutti voi genitori. Proseguiremo poi da qui a Natale con una serie di appuntamenti, uno ogni 15, su varie tematiche. Questa era una cosa che avevamo fatto ancora qualche mese fa, poi durante l’estate abbiamo lasciato cadere perché si sa, insomma, l’estate porta tutte le famiglie ad avere il giusto riposo. Quindi siamo ripartiti adesso con tutti questi nostri incontri con l’esperto. Questa sera, come avete visto, tratteremo del tema dell’orientamento, ma soprattutto di come i genitori possono aiutare i loro figli a scegliere, a operare le scelte. Allora con me c’è Tatiana che è l’altra parte di Genitori Ok, il nucleo base, siamo i tre nucleo di base, poi abbiamo tanti altri collaboratori. Alcuni li avete già conosciuti, altri li conoscerete nel tempo e quindi guarda, lascio la parola a te.

Grazie Carlo. Buonasera a tutti, benvenuti a questa nuova serie di incontri con l’esperto, l’abbiamo intitolato così. Io sono Tatiana Ruaro e questo sarà un tema che affronteremo questa sera sull’orientamento, sull’ascoltare, il capire, scegliere, il ruolo chiave che noi genitori possiamo avere nelle scelte della scuola dei nostri figli. Questa che vedete nella prima slide è un’immagine presa dalla copertina di un libro, del libro di Mario Polito, che io ho sempre qui vicino a me, che si intitola “Realizza i tuoi talenti per regalare il tuo contributo al mondo”. Ed è una metafora, chiaramente. Polito usa questa metafora dei semi perché suggerisce la necessità di coltivare motivare il seme in un buon terreno affinché possa diventare albero e portare a buoni frutti. Come anche il concetto filosofico di atto e potenza di Aristotele che si riferiva ai due aspetti fondamentali dell’essere. La potenza, che indica la capacità, la possibilità, la disposizione di qualche cosa a poter divenire, a poter trasformarsi in qualcos’altro. È ciò che un essere o una cosa può divenire, può diventare. Invece l’atto indica la realizzazione, l’attuazione, il compimento di quella potenzialità che è dentro di noi. Quindi i talenti li abbiamo tutti e in quantità diverse, perché sono le nostre potenzialità.

[00:08:08.420]

Sono quelle risorse che possiamo inserire nel nostro Progetto di Vita. Voglio fare un piccolo cappello introduttivo, per spiegare il taglio pedagogico, educativo, esistenziale che vorrei dare a questa serata sul tema dell’orientamento alle scelte di vita. Quindi è bene precisare che cosa non aspettarsi da questa serata: non aspettarsi una presentazione sugli indirizzi scolastici, non aspettarsi l’argomentare sugli sbocchi professionali o occupazionali, né tanto meno che sulle arti e sui mestieri. Però vi invito, invece, per chi è interessato anche a questi temi, nel prendere visione nel proprio territorio dei vari open day che in questo periodo si stanno promuovendo nelle scuole, oppure anche agli eventi, anche online, delle varie associazioni di categoria, dei vari attori sociali coinvolti e che negli ultimi anni, contribuiscono molto all’orientamento scolastico e anche in maniera significativa. E tra l’altro presentando anche i propri bisogni di un territorio.

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Torniamo al tema della serata e partiamo con questa domanda che introduce il tema. È una seconda premessa: “Che cos’è il Progetto di Vita?
Troviamo moltissimi documenti, che lo spiegano anche nel sito web del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ma io volevo fare una premessa un po’ diversa, quindi ricorrerò alla metafora del pieno e del vuoto, al concetto del nichilismo, che tra l’altro lo trovate spiegato benissimo per chi ha il desiderio, la volontà o la curiosità di approfondirlo nel libro di Umberto Galimberti che si intitola “L’ospite inquietante”. È un libro che spiega e che descrive la crisi culturale della nostra società occidentale contemporanea. Anche questa è una metafora perché questo ospite è un ospite che è una presenza minacciosa. È una presenza molto vicina a noi. Pensate ad un ospite indesiderato che si aggira per casa nostra e quindi pericoloso, minaccioso, inquietante. Galimberti definisce questo ospite inquietante come il nichilismo. La metafora del pieno o del vuoto spiega l’importanza di costruire, di strutturare un Progetto di Vita che eviti il vuoto o che lo riempia in qualche modo.

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Il concetto del nichilismo è presente in gran parte nelle mie consulenze di attività professionale. osservo spesso a questa mancanza, questo vuoto nei ragazzi, non in tutti, ma c’è una mancanza di un Progetto di Vita correlata molto spesso con una mancanza di motivazione allo studio. Di un senso di inefficacia, contrapposto al senso di auto-efficacia, che poi si ripercuote su tutto il percorso scolastico per raggiungere e ottenere il successo scolastico. Non sarò sempre così catastrofica questa sera, ma era una premessa, perché dobbiamo dare un nome alla mancanza della motivazione allo studio di oggi. Tuttavia e purtroppo questo vuoto non viene percepito molto spesso come una mancanza, perché se lo fosse, implicherebbe una motivazione di riscatto per raggiungere qualche cosa, per raggiungere uno scopo, per avere un perché, che mobilita le risorse di una persona che è spinta da uno scopo, da un interesse più grande, da uno scopo più grande, da un perché.

[00:13:59.980] –

Galimberti, e poi finisco, questa premessa, pone anche una via, una via di uscita da questo nichilismo, da questo vuoto, e indica la prospettiva di una maggiore progettualità, il Progetto di Vita, che tocca poi noi adulti, nei nostri figli, nei nostri ragazzi, a riempire. Come? Leggo: “Riempire tocca a noi adulti riempire di proposte concrete. Per evitare che i nostri figli e studenti siano corrosi e disfatti dal niente”.
– “Che cosa avete fatto oggi a scuola?”
– “Niente”.
– “Come sei stato con i tuoi amici?”
– “Così”.
– “Che cosa ti interessa di più?”
– “Niente”.
– “Che cosa vuoi fare da grande?”
– “Boh”.
“Hai un sogno, un progetto, un grande desiderio?”
– “No.”
– “Sei felice?”
– “Boh”
Queste sono le parole di Galiberti, prese da questo libro di Mario Polito, “Realizza i tuoi talenti per regalare il tuo contributo al mondo“, edito da Confartigianato – Impresa Famiglia di Vicenza che ha dato il via alla Scuola Genitori. Quindi la definizione che diamo noi a Progetto di Vita in una prospettiva pedagogica, in una prospettiva educativa, è proprio quello di rendere la persona artefice, protagonista, della sua formazione.

 

[00:16:00.000] –

E arriviamo alla scuola e al considerarla nella scelta in una prospettiva esistenziale in questo caso. Non solo per che cosa vado a scegliere in base alle materie e agli indirizzi. Perché la scuola serve a molto di più, serve per molte ragioni, serve a sviluppare i nostri talenti, serve a costruire la nostra identità, serve a dare un valore, un valore alla cultura, alla conoscenza per arricchire appunto maggiormente la nostra vita. Ma come si fa a fare orientamento in questa prospettiva esistenziale educativa?
Consideriamo

  • Le caratteristiche cognitive e comportamentali dei nostri figli, dei nostri ragazzi.
  • Le potenzialità, i punti di forza, le criticità, i limiti.
  • Le competenze acquisite.
  • Consideriamo poi gli interessi e le predisposizioni personali.

Le caratteristiche personali che ogni ragazzo o ogni ragazza ha con sé, che sono

  • le curiosità,
  • le motivazioni,
  • le materie preferite,
  • le competenze,
  • le capacità che sono già state acquisite in questi anni alla scuola secondaria di primo grado, la scuola media.
  • gli interessi,
  • Le predisposizioni personali che possiamo comunque indagare, esplorare, poi vedremo come, e
  • I desideri.

La scuola perfetta non esiste. Dare la giusta attenzione alla scelta di una scuola superiore è importante. Perché se viene sottovalutata, perché sento spesso dire anche ai ragazzi questa frase: “Mal che vada cambio indirizzo“, Però è una questione importante, la scelta non deve essere sottovalutata. Deve essere il più possibile da subito la scelta giusta, perché altrimenti si alza molto il rischio dell’insuccesso scolastico.

Ricordiamoci che siamo in una fase particolare dei ragazzi, che è quella della preadolescenza, dell’adolescenza, e una scelta sottovalutata aumenta, come abbiamo detto, il rischio dell’insuccesso. E le conseguenze di questo insuccesso possono generare a cascata:

  • problemi emotivi,
  • problemi relazionali,
  • possono anche sviluppare una forte demotivazione nei confronti dello studio, un disimpegno nello studio, un disinvestimento.

Perché un percorso di insuccessi porta, nei casi chiamiamo un po’ estremi, anche

  • all’abbandono scolastico.

Non esiste una scuola migliore di un’altra.

[00:19:45.180] –

Ciò che conta sono:

  • l’incontrare dei buoni insegnanti,
  • la motivazione, avere motivazione, svilupparla, coltivarla, nutrirla,
  • la consapevolezza di sé come studenti, come ragazzi, e poi
  • il clima entro il quale apprendiamo, che sia un clima positivo, sereno

e sappiamo bene quanto sia difficile e molti fatti di cronaca ce lo raccontano.
La scelta La scuola superiore, in questo caso, oggi non coincide molto con la scelta di una futura occupazione. Perché il mondo del lavoro oggi chiede sempre di più le cosiddette competenze trasversali, le soft skills, e anche le capacità metacogitive che sono delle abilità specifiche che si richiedono tempo per essere sviluppate. Alcune soft skills da trasmettere e sviluppare nei ragazzi sono

  • il saper lavorare  in autonomia,
  • essere puntuali nella gestione del tempo e poi
  • rispettare i tempi,
  • collaborare con gli altri.

L’obiettivo della scuola superiore dovrebbe essere  sviluppare queste capacità e la consapevolezza di ciò che stiamo facendo e come lo stiamo facendo, le capacità metacognitive.

[00:21:48.390] –

Nella slide trovate alcune competenze trasversali, le sentiamo nominare spesso e sono tantissime, ne ho indicate alcune.
L’autodeterminazione è importante perché è quella capacità che si deve sviluppare lungo tutto l’arco della fase evolutiva, della finestra evolutiva dell’adolescenza, l’autodeterminazione, l’autocontrollo. E questo aiuta molto lo studio a sviluppare questa autodeterminazione, perché attraverso lo studio i ragazzi sviluppano questa combinazione, per così dire, di abilità, di conoscenze, di impegno, e attraverso i contenuti anche di studio delle convinzioni personali, che magari sviluppano anche un pensiero critico, dando una bella forma alla propria mente. Lo sviluppo di queste capacità portano a evitare che nella vita qualcuno ti dica cosa devi fare e come lo devi fare. Sei più autocentrato e dai una direzione alla tua vita, alla tua mente, al tuo pensiero.
Per promuovere questa autodeterminazione, io batto chiodo su questo concetto, è importante la motivazione intrinseca. È importante, in questo caso, che la famiglia, i genitori, la scuola, gli insegnanti favoriscano la motivazione attraverso lo sviluppo dell’autonomia. Grazie alla mediazione dello studio delle materie e delle discipline, supportando i ragazzi nel trasmettere delle ottime, delle buone strategie di studio, dare un metodo, una disciplina, delle abitudini funzionali allo studio.

[00:24:07.750] –

Ma veniamo ai ragazzi e alla loro consapevolezza che spesso deve ancora maturare a questa età nella scelta, nella maturazione della scelta della scuola superiore, della scuola secondaria di secondo grado, in cui viene chiesto loro forse di fare per la prima volta la loro primavera scelta in autonomia, autonomia supportata comunque dall’adulto. Spesso anche nei percorsi di orientamento che faccio individuali, che questa scelta, che questa consapevolezza, non è ancora maturata. E quindi molto spesso si ragiona ancora sulla base di quel desiderio onnipotente ancora infantile. Faccio un esempio, una ragazza di terza media, di recente, che stavo seguendo per un percorso di orientamento individuale, aveva tipicamente questo pensiero onnipotente, infantile, perché nella sua mente iscriversi al Liceo Classico piuttosto che al Liceo Scientifico era la stessa cosa, senza realmente capire le differenze. Perché, diceva: “Io vado bene, uguale, non ho problemi di studio, di voti”, diceva. Però appena le ho fatto notare che non è la stessa cosa, si è quasi offesa. Quindi facciamo attenzione quando parliamo con i ragazzi, no?

[00:26:00.630] –

I ragazzi molto spesso in questa fase sono in una fase di desiderio. La tendenza è di sovrastimare le proprie abilità, le proprie capacità. E apro parentesi sull’effetto Dunning-Kruger, che significa appunto quel tipico atteggiamento che che è un bias cognitivo, in cui le persone più incompetenti o con basse competenze, tendono a o si credono comunque più capaci, più capaci di quello che realmente sono. Questo nei ragazzi è un po’ più difficile da far comprendere, ma l’adulto ha questo ruolo, è tenuto a capirlo per traghettare la scelta.
Il ruolo del desiderio ha una forte componente emotiva nei nostri ragazzi. Bisogna proprio fare attenzione che non si formino delle aspettative che sono poco reali, irrealistiche. E magari si affronta un percorso di studi cosiddetto complesso senza averne le reali capacità e la caduta può essere rovinosa e portare con sé delle conseguenze.
Attenzione non esistono corsi di studio “più facili” o “più difficili”, non è quello il senso, però qualsiasi corso di studio deve essere fatto con un buon impegno.

[00:28:13.810] –

E questa disponibilità a fare bene o a fare male è soggettiva. Ora vi chiedo nella slide seguente di rispondere alle seguenti domande, c’è un QR code che potete inquadrare col telefonino se siete da PC, oppure digitate il link. Altrimenti vi faccio io le domande.
Poi se reggete ancora, se non vi sto annoiando troppo, vi racconto che cosa dice la ricerca su questi temi presentandovi due, tre studi, due italiani e uno statunitense.
Quindi adesso tornate voi adolescenti nel momento in cui dovevate scegliere. E rispondete a questa domanda:

[1] Quando avete fatto le vostre scelte di studio, chi ha influito di più?

  • I genitori
  • I colloqui con un esperto
  • Gli amici
  • Il caso
  • Altro

[2] Secondo voi cosa è importante nella scelta dell’orientamento?

  • Le esigenze del mercato del lavoro
  • Le tendenze personaliLa competenza emotiva
  • La competenza tecnica
  • La competenza comunicativa

[3] Quali fattori influenzano maggiormente la tua opinione nella scelta della scuola superiore per tuo figlio, per tua figlia?

  • Le prospettive di lavoro future
  • Le inclinazioni
  • Gli interessi di tuo figlio
  • La vicinanza della scuola a casa
  • Il consiglio degli insegnanti delle medie

 

[00:36:01.750] –

Proseguiamo con la presentazione di due studi. Questa era una ricerca che volevo condividere con voi proprio perché ci sono due risultati, secondo me, molto interessanti di questi studi italiani che ci aiutano a capire come i ragazzi sviluppano i loro interessi e fanno le scelte scolastiche e professionali. Sono degli studi, delle ricerche condotte dentro al laboratorio per l’orientamento alle scelte dell’Università di Padova, dei professori La Nota e Soresi.
Il primo studio ha coinvolto quasi 800 studenti delle superiori di tutta Italia ha analizzato il processo di scelta, in questo caso professionale, poi vedremo anche quello delle scuole medie. Cosa è stato scoperto?
Che quando i nostri ragazzi fanno delle scelte per il loro futuro, entrano in gioco questi tre elementi che sono fondamentali.

  • Quanto si sentono capaci in quell’ambito,
  • Cosa pensano di poter ottenere e
  • I loro interessi.

Un aspetto particolarmente importante che è emerso, interessante per noi genitori, riguarda appunto il nostro ruolo. Questo studio ha evidenziato che il supporto familiare e sociale non influenza direttamente le scelte dei ragazzi, ma agisce prima sulla loro fiducia nelle proprie capacità.

[00:38:08.870] –

Questo secondo studio, che ha seguito per più di un anno 600 studenti delle scuole medie, che cosa ci dice? Ci ha rivelato due cose importanti, la prima è anche rassicurante, perché se facciamo una scelta in base ai nostri interessi, gli interessi dei ragazzi sono abbastanza stabili nel tempo, perché appunto l’87% dei ragazzi mantiene gli stessi interessi nell’arco appunto di un anno, mentre solo piccole percentuali mostrano cambiamenti. In questo secondo studio c’è stata anche una seconda scoperta che probabilmente è anche più interessante, perché si è capito che esiste una relazione reciproca tra quanto i ragazzi si sentono capaci, quando sono interessati a qualcosa. Cioè non è solo vero che quando si sentono bravi in qualcosa tendono a interessarsene di più, ma anche quando sono veramente interessati a qualcosa tendono a sviluppare maggiore fiducia nelle proprie capacità proprio in quell’ambito.

[00:39:57.050] –

È un circolo virtuoso. Che cosa significa per noi genitori questo? Questi risultati per noi genitori significa che gli interessi dei nostri figli non sono passeggeri, ma tendono ad essere stabili nel tempo e quindi meritano di essere presi sul serio, di essere indagati, esplorati. E poi il nostro supporto è importante, è molto importante, noi dobbiamo nutrire la loro fiducia, e costruire questa fiducia quando magari viene meno, nelle loro capacità di scelta in questo momento che sono alle prese, forse, con la prima vera scelta della loro vita. Possiamo aiutarli in due modi, sostenendoli, dove si sentono capaci, e permettendo appunto loro di sviluppare anche nuovi interessi. I risultati di questi studi sono molto affidabili, è una ricerca che esce dall’Università di Padova, ma è stata condotta anche confermando i risultati anche in altri Stati, in altri Paesi.

[00:41:44.910] –

Significa che questi meccanismi funzionano indipendentemente dalla cultura di appartenenza. Veniamo un po’ alle conclusioni.
Quali sono gli obiettivi, le caratteristiche dell’orientamento, di un buon orientamento? Sono:

  • Risvegliare la coscienza e l’auto- consapevolezza,
  • Sviluppare le capacità di auto-valutazione e
  • Preparare il terreno per strategie di studio efficaci.

Cosa c’entra? C’entra con tutto quello che ci siamo detti prima, sulle capacità e lo sviluppare, le capacità di autoregolazione, autodeterminazione, autovalutazione, automonitoraggio, eccetera.

Quali possono essere invece i limiti di un orientamento precoce?
Il limite è proprio dovuto dall’età. Servirebbe molto spesso un piccolo scatto di maturazione che a volte non c’è proprio perché è fase specifica dell’età. Se non è già avvenuto questo salto di maturazione, necessita di maggiore pazienza anche da parte dell’adulto e stimolare i propri figli o i ragazzi a scuola attraverso degli strumenti esplorativi che esistono e che possono possono essere, come vedremo tra poco, dei questionari di autovalutazione che possiamo compilare anche noi genitori, noi adulti, proprio per, come dire, acquisire degli argomenti per avviare un dialogo di confronto con i nostri figli.

[00:43:56.870] –

A questa età, inoltre dobbiamo proprio considerare anche quali sono quegli indicatori di scelta che possono influenzare la scelta?
Possono essere:

  • la pressione del gruppo dei pari, andare nella scuola che ha scelto l’amico, oppure
  • I desideri

E quindi seguire l’esempio di successo poco reale o misurabile di qualcun altro. Io ricordo che per esempio degli studenti a scuola mi dicevano “Io voglio fare l’influencer“. Me lo dicono ancora oggi. Quindi sì, stiamo attenti anche a questo aspetto. E poi una scarsa considerazione delle proprie attitudini. Per questo ci sono comunque dei test attitudinali, che si riferiscono specificatamente proprio alle materie di studio. Per finire i questionari, o meglio gli strumenti più efficaci, sono quelli che vanno a esplorare i osservare le proprie capacità nelle are specifiche, oppure comunque dare importanza alle azioni, ai pensieri di questi ragazzi. Se valutiamo i questionari sul metodo di studio, gli stili di apprendimento, la motivazione, l’attitudine allo studio, sono sicuramente molto più oggettivi che non capire quale prima ancora, l’indirizzo da scegliere.

[00:46:12.830] –

Per fare questo percorso di orientamento possiamo avvalerci anche di strumenti, di riflessione, di esplorazione degli interessi. Ci sono i questionari sugli interessi, ma attenzione perché molto spesso i risultati possono essere autoreferenziali perché si basano su quello che ci interessa e ci piace. E quindi sono soggettivi e autoreferenziali perché riflettono i desideri, le aspettative che, abbiamo detto prima, spesso possono essere irrealistiche e non predicono, non sono predittive del successo del percorso di studi. I limiti di questi questionari sugli interessi è il non avere una validità predittiva scientifica, sono molto autoreferenziali, riflettono sui desideri attuali di quel momento, anche se abbiamo visto che gli interessi permangono almeno a distanza di un ma non sulle capacità future. Dovrebbero essere chiamati questionari sui “desideri” professionali. Arriviamo alle conclusioni, a dare delle indicazioni per i genitori. Lo abbiamo capito, cerchiamo di distinguere tra i desideri e le capacità effettive attraverso la compilazione di questi questionari. Non basarsi solo sui risultati dei questionari sugli interessi, considerare gli indicatori più oggettivi, come per esempio se vanno volentieri a scuola, se già seguono un metodo di studio, se prendono appunti, se stanno attenti in classe e supportiamoli fin da subito di ottime strategie per studiare.

[00:48:34.430] –

Facciamoli entrare in questo circolo virtuoso del metodo di studio per motivarsi e sentirsi anche gratificati del successo scolastico che ottengono. Quindi il nostro ruolo di adulti, di genitori, di insegnanti è supportare i ragazzi in questo processo di esplorazione, di autoscoperta, incoraggiarli ad un pensiero, ad una una sessione critica e, attendere laddove manchi ancora una piena maturazione, un pieno sviluppo di una consapevolezza.
Le conclusioni sono che, come avete capito, l’orientamento non inizia e non finisce nella scelta della scuola, ma è un processo complesso che va oltre a questo momento e va oltre ai desideri. Ci si deve focalizzare concretamente più sulle competenze e i metodi di studio per affrontare la scuola. Come possiamo farlo? Supportando i nostri ragazzi in questo percorso, rispettando quelle che possono essere le loro inclinazioni. Ma, attenzione, dobbiamo sempre considerare che corrispondano anche a reali capacità. Ribadisco che l’orientamento è un processo e non un evento, che è importante avere una collaborazione tra la scuola e la famiglia. Solitamente la scuola propone il suo consiglio orientativo e parlarne con i docenti, per fare una scelta che sia consapevole e motivata.

[00:50:35.520] –

Per concludere i contenuti, si dimenticano, ma le strategie ci serviranno per tutta la vita, ho insistito molto su sviluppare un metodo di studio e studiare bene, perché ci servirà per tutta la vita questa fase di impegno, di fatica nello studio deve essere vista come un impegno che sviluppa la nostra mente, il nostro pensiero, per non farci fregare nella vita.

[00:51:19.690] – dott. Carlo Matteo Callegaro

Bene, bene, grazie. Abbiamo avuto in questi circa 50 minuti di vedere alcuni aspetti che spesso vengono messi da parte o poco valorizzati. Si pensa che ci sia ancora un vecchio modello di orientamento, per esempio, valutare quali sono le professioni emergenti. Per cui vai verso quella scuola perché è una professione emergente o a non alimentare certe scelte perché quella scuola poi ti dà delle conoscenze che poi non spenderai nel mondo del lavoro. Allora questo è vero assolutamente in parte, molto relativamente, perché se pensiamo che dieci I 10 lavori oggi più presenti sono quelli che 10 anni fa non esistevano. Quindi non sapremo che cosa succederà fra 5 o 10 anni quando i ragazzi usciranno da quella scuola superiore. E quello che è importante, come diceva giustamente Tatiana, voglio ribadirlo, è l’acquisizione di queste strategie, di quelle competenze trasversali, perché quelle comunque sono cose che rimarranno nel tempo e sono quelle che anche hanno necessità di tanto tempo per essere formate, se ci pensate. Perché alcune competenze tecniche si sviluppano in un tempo relativamente breve imparo a fare delle cose in un tempo relativamente breve. Altre, queste competenze più generali, hanno bisogno di tanto tanto tempo di lavoro, tanto tanto tempo di sviluppo e quindi si punta un po’ l’attenzione su questo.

[00:53:16.510] –

Alla fine, quello che volevo dire è che non rimaniamo ancorati a quello che è una opzione lavorativa che può essere per alcuni ragazzi, per alcune professioni per esempio molto definite, che hanno anche dei percorsi relativamente brevi come professioni artigiane di questo tipo. E cerchiamo di sostenere dando fiducia che comunque il ragazzo o la ragazza entrerà in un circuito di scuola e dovrà metterci il massimo per poter realizzare quello che è il suo progetto progetto di vita, sostanzialmente. Ma anche avendo una prospettiva di fiducia nel futuro, ok? Intanto fai questo, poi si vedrà. Questo è un po’ quello che volevo, come dire, sottolineare da questo intervento che permette veramente di focalizzarci su alcuni aspetti importanti e poco valorizzati di altre parti.

[00:54:25.360] – dott.ssa Tatiana Ruaro

Io solitamente in questo percorso di orientamento propongo questi tre questionari, non propongo test, ma questionari di autovalutazione, esplorativi, che invito gli stessi genitori a compilare proprio per acquisire quegli argomenti utili per esplorare insieme ai figli questo tema. E sono tre, sono

  • il questionario sugli interessi
  • il questionario sul metodo di studio di Polito e
  • il questionario sulla forza della motivazione di Polito

 

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