Se anche tu hai uno o più figli in adolescenza, saprai già che è molto importante essere di sostegno e aiutarli a crescere. Il tuo compito come genitore non è ancora esaurito, anzi secondo noi, è qui che è importante dare il massimo. Il maratoneta vince la gara quando varca il traguardo dopo 42 Km, e sa bene che gli ultimi 10 sono quelli più difficili. L’adolescenza, per noi autori, rappresenta per il lavoro di genitore, gli ultimi 10 Km. È normale sentirsi stanchi, affaticati e forse qualche genitore sente che sta venendo meno la speranza.
Non mollare proprio ora, il danno sarebbe molto grande.
Due sono i principali fattori critici che si presentano nell’adolescenza:
Tutto questo porta ad aumentare le ansie, le paure e i conflitti sia interni che esterni alle famiglie. Queste esperienze possono segnare lo sviluppo del ragazzo/a e, purtroppo, giungere fino a sviluppare delle vere e proprie psicopatologie.
Io come genitore allora cosa posso fare per evitare tutto questo?
Ti starai chiedendo che cosa puoi fare tu come genitore per evitare che tuo figlio o tua figlia crescano sani? Molto bene!
Il fatto che ti stai ponendo questa domanda è già il primo passo nella direzione giusta.
Ora vediamo nel concreto cosa si può fare.
1 – Rivedi il concetto di salute. Se non sei un professionista della salute o dell’educazione, può essere che tu abbia una non corretta, o parziale, visione del concetto di salute.
La salute è un fattore soggettivo, nel senso che ha significati differenti per persone differenti.
Tutto questo significa che un genitore è chiamato a sintonizzarsi il più possibile con il proprio figlio/a, senza dare per scontato nulla.
2 – Il mondo di oggi è molto diverso da quello in cui tu hai vissuto la tua adolescenza. Sembra scontato, ma non lo è. In circa trent’anni il mondo si è stravolto, è cambiato ad una velocità impensabile.
Abbiamo già detto che uno dei fattori di rischio per un adolescente è la richiesta di adattamento che la società chiede ad ogni suo componente. Non è facile per un ragazzo adattarsi oggi a questa società mutevole, fluida, e soprattutto incerta. Sì, perché quando tu eri adolescente la società disponeva di maggiori certezze, alcune non ti piacevano è vero, ma almeno c’erano e tu potevi confrontati con queste.
La scuola è diversa da quella che hai frequentato, il mondo del lavoro è cambiato, la società si è modificata.
Quello che puoi fare è proprio immedesimarti, per quanto sia possibile, con tuo figlio.
Vivere i problemi dal suo punto di vista, nella società che lui vive e non nella tua. Questo sforzo ti aiuterà a capire meglio la fatica che tuo figlio sta facendo e se questa fatica sta producendo sofferenza, dolore e disagio.
Ora vogliamo aiutarti nel tuo compito di essere di sostegno ai tuoi figli. Troverai essenzialmente tre comportamenti che, se presenti, possono indicare un disagio già presente in tuo figlio/a. Naturalmente questi comportamenti sono tutti da leggere e discernere con attenzione. Usa sempre due parametri utili per decodificare questi comportamenti:
Mangiare, dormire, evacuare sono funzioni primarie, servono alla sopravvivenza. Sono regolate da parti del nostro cervello che sono sensibili allo stato di attivazione emotivo. A tutti è capitato di far fatica ad addormentarsi se si vive una particolare preoccupazione.
Quando i ritmi di vita saltano, e il ragazzo/a scambia il giorno per la notte, mangia disordinatamente (troppo o troppo poco, oppure solo alcuni specifici cibi e non altri) ha difficoltà nella digestione, nell’evacuazione può dichiarare uno stato di disagio.
Soprattutto in adolescenza la vitalità è un elemento costitutivo di questa età. La creatività, la voglia di fare, di sperimentare, anche di mettersi in relativo pericolo per vedere l’effetto che fa, sono tutti elementi che è bene che siano presenti.
La mancanza di energia, lo stare sul divano per ore e ore, o chiusi in camera a non fare effettivamente nulla, magari fruendo di contenuti multimediali è un comportamento che può dichiarare disagio.
In adolescenza tre sono le relazioni importanti: quella con i propri genitori e la famiglia, quella con i propri pari, quella con il mondo degli adulti di riferimento (insegnanti, allenatori, educatori etc.).
Quanto il ragazzo/a mantiene e cerca questa relazione? Quanto è attivo nella relazione o quanto invece aspetta che siano gli altri a fare la prima mossa, a chiedere di uscire, di incontrarsi?
Agire con velocità, tempestivamente è sicuramente la scelta migliore. I problemi in adolescenza possono ingigantirsi in tempi molto brevi, anche un mese o meno.
Per questo è importante che tu genitore, rimani in ascolto costante con tuo figlio/a, cercando di sintonizzarti al meglio su ciò che sente, prova e soprattutto cercando di metterti nei suoi panni.
Se ti accorgi che qualcosa non sta funzionando, se senti che tuo figlio/a non è sereno e qualcosa lo sta tormentando ti consigliamo di chiedere un aiuto specialistico.
Noi del Team di GenitoriOK siamo a tua completa disposizione per capire con te come poterti aiutare, contattaci.
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