Come ho imparato ad accettarmi come madre (e come potrebbe funzionare anche per te)

Diventare madre è stato un viaggio sorprendente e, a tratti, travolgente. All’inizio mi sentivo intrappolata tra le aspettative sociali e le mie paure: Sarò abbastanza brava? Sto facendo tutto come dovrei? Ogni confronto con altre madri sembrava sottolineare i miei limiti, e il senso di colpa non tardava ad arrivare.

Molte donne si trovano a fare i conti con domande simili e con un’immagine stereotipata della “madre perfetta”, un modello irraggiungibile che mina la serenità e alimenta la paura di “sbagliare”. Questo senso di colpa nasce dall’idea che essere una buona madre significa non avere mai dubbi o debolezze. Ma la realtà è ben diversa.

Ho capito, con il tempo, che accettare la nostra debolezza e i nostri limiti non ci rendono madri peggiori, ma più umane. Questo approccio non solo ci aiuta a ritrovare equilibrio e serenità, ma insegna anche ai nostri figli l’importanza di accogliere le emozioni e affrontare i conflitti in modo sano.

Qualcosa dentro di me mi spingeva a cercare un modo per stare meglio, per essere una madre meno schiacciata dagli stereotipi e più presente per i miei figli e per me stessa. Non ho trovato una “ricetta universale”, ma ho sperimentato un approccio che mi ha cambiato profondamente e che oggi mi aiuta a vivere con maggiore consapevolezza e serenità.

Come ritrovare l’equilibrio?

  • Riconoscere le emozioni (anche quelle scomode)

Ho capito che è normale provare stanchezza, frustrazione e persino aggressività. Non sono una “cattiva madre” per questo. Al contrario, queste emozioni fanno parte della vita e, se accettate, possono diventare strumenti utili per crescere e migliorare. Ho imparato a non reprimerle, ma a osservarle e ascoltarle per capire cosa mi stavano dicendo.

  • Chiedere aiuto senza vergogna

Per anni ho cercato di fare tutto da sola, pensando che fosse mio dovere dimostrare di essere una madre “perfetta”. Poi ho iniziato a chiedere aiuto. Amici, parenti, un professionista quando ne ho sentito il bisogno: aprirmi agli altri mi ha fatto sentire meno sola e mi ha permesso di essere più presente, sia per i miei figli che per me stessa.

  • Accettare i miei limiti

Ho smesso di pretendere troppo da me stessa. Non posso fare tutto, e va bene così. Ci sono giorni in cui le cose non vanno come vorrei, e ho imparato a perdonarmi per questo. Accettare i miei limiti mi ha dato forza, non debolezza.

  • Restare fedeli a se stessi

In questo percorso ho ritrovato aspetti di me che avevo quasi dimenticato. Ho capito che essere madre non significa annullare chi sono, ma arricchire la mia identità. Ho imparato a ritagliarmi momenti per me, senza sensi di colpa, perché una madre felice e serena è anche una madre migliore.

Condividere per non sentirsi sole

Da questo percorso ho tratto un modello che potrebbe essere utile anche ad altre madri. Non è una formula magica, ma un approccio per restare presenti a noi stessi e sentirci meno isolati. Se ci fermiamo ad ascoltare il nostro qui e ora , se riconosciamo che non siamo sole e che non dobbiamo essere perfetti, possiamo costruire una comunità di supporto reciproco, dove nessuno giudica e tutti crescono insieme.

Oggi, io sto meglio. Mi accetto di più, sono più consapevole e meno schiava delle aspettative. Può farci sentire meno sole, più parte di una rete di donne che si sostiene e non giudica. E se ha funzionato per me, forse potrebbe funzionare anche per te.

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